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Basso consumo di latte e anni di vita persi

Basso consumo di latte e anni di vita persi

I comportamenti alimentari scorretti comportano un carico di malattia pari a 2 milioni di anni.

L’ultimo rapporto del Global Burden of Diseases – organismo che fornisce informazioni ai decisori politici in tema di sanità pubblica – offre un quadro abbastanza confortante: la salute dell’uomo sull’intero pianeta sta indubbiamente migliorando, così come l’aspettativa di vita. E l’Italia in primis: dal 16 posto della metà del secolo scorso ai primi posti al mondo insieme al Giappone ai nostro giorni.

Il problema emergente, però, è che il tempo che trascorreremo in cattive condizioni di salute non si è modificato di molto ed è rimasto sostanzialmente quello di 20 anni fa.

I primi cinque responsabili di maggiore perdita di salute In Italia e nei Paesi ad alto reddito sono rappresentati dal fumo di tabacco, al primo posto, seguito da iperglicemia, ipertensione, eccedenza ponderale e consumo di bevande alcoliche.

E tra i comportamenti alimentari responsabili della maggior quantità di carico di malattia, c’è il basso consumo di latte.

Basso consumo che si traduce, in Italia, con lo spreco di più di 50 mila anni di vita sana. Ed è uno spreco di salute che potrebbe essere prevenuto semplicemente con una tazza di latte a colazione e qualche spuntino a base di latte.

Un consumo inadeguato di latte, undicesimo fattore di rischio in termini di peso sulla salute, produce un carico di malattia equiparabile a quello prodotto dal basso consumo di vegetali o dall’alto consumo di bevande zuccherate.

Secondo il Global Burden of Diseases, il carico di malattia che deriva da un consumo troppo basso di latte è riferibile all’aumentato rischio di cancro del colon, anche se la letteratura scientifica comincia ad essere abbastanza ricca di evidenze che indicano un effetto di bassi consumi di latte e in generale di prodotti lattiero-caseari anche nelle altre patologie croniche.

Fonte: assolatte.it

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